A quanti anni è giusto fare una prima visita ortodontica?
È importante effettuare una visita ortodontica molto precocemente, intorno ai cinque anni, per una serie di ragioni: motivi di carattere clinico, dato che alcune problematiche necessitano di terapia molto precoce, motivi di carattere psicologico, per educare gradualmente il proprio bambino alla relazione con l’ortodontista e a livello preventivo, dato che solo osservando la permuta dentaria (la sostituzione dei denti da latte con i denti definitivi) e svolgendo interventi semplici ed efficaci, si possono prevenire patologie occlusali molto importanti.
Quindi non è corretto aspettare che i bambini abbiano cambiato tutti i denti?
Alcune situazioni devono necessariamente essere trattate quando sono presenti tutti i denti permanenti e sono problematiche di tipo dentale (disallineamento, denti ruotati, denti con spazi). Altri quadri clinici vanno trattati e risolti il più precocemente possibile e queste sono le cosiddette problematiche scheletriche, vale a dire squilibri tra il mascellare superiore e la mandibola (denti molto sporgenti, mandibola protrusa, palato stretto).
È giusto usare ciuccio e biberon?
Certo che sì, il ciuccio e il biberon sono strumenti indispensabili, creano e mantengono il relax nei primi anni di vita del bambino, ma è giusto sapere che il loro uso deve essere interrotto intorno ai tre anni, così come anche la suzione del dito.
Perché così presto?
L’uso prolungato nel tempo di ciuccio e biberon (o anche altre abitudini come la suzione del dito) oltre i 3-4 anni di età può costituire una vera e propria causa di malocclusione, essendo in grado di provocare squilibri muscolari. Tali squilibri, persistendo nel tempo, generano dei quadri di malocclusione (arcata superiore ed inferiore che non chiudono correttamente) come il morso aperto o il morso inverso, che necessitano nella maggior parte dei casi di una terapia ortodontica precoce.


È preferibile un apparecchio fisso o uno mobile?
In realtà non è una questione di preferenza, ma di necessità cliniche specifiche di ogni paziente. Esistono decine di apparecchiature ortodontiche, alcune indicate in età di sviluppo e quindi in una fase di dentizione mista (denti da latte e denti permanenti presenti contemporaneamente nel cavo orale), altre utilizzabili solo con i denti permanenti, a 12 anni circa. Ci sono anche apparecchiature di tipo ortopedico, cioè attive sulle basi scheletriche, mascellare superiore e mandibola, e servono a risolvere le malocclusioni scheletriche prima della pubertà, quindi in soggetti ancora in fase di crescita.
Quale è il segreto per ottenere la fiducia e la collaborazione di un bambino?
In realtà non c’è un segreto universale, ogni bambino ha le sue necessità e va trattato individualmente. Sicuramente è importante dedicargli molto tempo, spiegargli tutto, rispondere sinceramente alle sue domande, trasmettergli calma e serenità, cercando di cogliere cosa può spaventarlo o stressarlo e affrontare queste problematiche insieme a lui. A mio avviso è necessario lavorare con passione. Amare il proprio lavoro è l’unico segreto!
A quanti anni è giusto fare una prima visita ortodontica?
È importante effettuare una visita ortodontica molto precocemente, intorno ai cinque anni, per una serie di ragioni: motivi di carattere clinico, dato che alcune problematiche necessitano di terapia molto precoce, motivi di carattere psicologico, per educare gradualmente il proprio bambino alla relazione con l’ortodontista e a livello preventivo, dato che solo osservando la permuta dentaria (la sostituzione dei denti da latte con i denti definitivi) e svolgendo interventi semplici ed efficaci, si possono prevenire patologie occlusali molto importanti.
Quindi non è corretto aspettare che i bambini abbiano cambiato tutti i denti?
Alcune situazioni devono necessariamente essere trattate quando sono presenti tutti i denti permanenti e sono problematiche di tipo dentale (disallineamento, denti ruotati, denti con spazi). Altri quadri clinici vanno trattati e risolti il più precocemente possibile e queste sono le cosiddette problematiche scheletriche, vale a dire squilibri tra il mascellare superiore e la mandibola (denti molto sporgenti, mandibola protrusa, palato stretto).

È giusto usare ciuccio e biberon?
Certo che sì, il ciuccio e il biberon sono strumenti indispensabili, creano e mantengono il relax nei primi anni di vita del bambino, ma è giusto sapere che il loro uso deve essere interrotto intorno ai tre anni, così come anche la suzione del dito.
Perché così presto?
L’uso prolungato nel tempo di ciuccio e biberon (o anche altre abitudini come la suzione del dito) oltre i 3-4 anni di età può costituire una vera e propria causa di malocclusione, essendo in grado di provocare squilibri muscolari. Tali squilibri, persistendo nel tempo, generano dei quadri di malocclusione (arcata superiore ed inferiore che non chiudono correttamente) come il morso aperto o il morso inverso, che necessitano nella maggior parte dei casi di una terapia ortodontica precoce.

È preferibile un apparecchio fisso o uno mobile?
In realtà non è una questione di preferenza, ma di necessità cliniche specifiche di ogni paziente. Esistono decine di apparecchiature ortodontiche, alcune indicate in età di sviluppo e quindi in una fase di dentizione mista (denti da latte e denti permanenti presenti contemporaneamente nel cavo orale), altre utilizzabili solo con i denti permanenti, a 12 anni circa. Ci sono anche apparecchiature di tipo ortopedico, cioè attive sulle basi scheletriche, mascellare superiore e mandibola, e servono a risolvere le malocclusioni scheletriche prima della pubertà, quindi in soggetti ancora in fase di crescita.
Quale è il segreto per ottenere la fiducia e la collaborazione di un bambino?
In realtà non c’è un segreto universale, ogni bambino ha le sue necessità e va trattato individualmente. Sicuramente è importante dedicargli molto tempo, spiegargli tutto, rispondere sinceramente alle sue domande, trasmettergli calma e serenità, cercando di cogliere cosa può spaventarlo o stressarlo e affrontare queste problematiche insieme a lui. A mio avviso è necessario lavorare con passione. Amare il proprio lavoro è l’unico segreto!